MONTESCUDAIO

Montescudaio, a pochi chilometri dal litorale e inserito tra i borghi più belli d’Italia, prende il nome dal funzionario governativo locale preposto alla riscossione dei tributi.

Originariamente sede di un monastero benedettino, nel Medioevo l’abitato era costituito da un castello di proprietà della famiglia della Gherardesca importante per la sua posizione strategica.

Lungo il “percorso della memoria” si trovano i palazzi di nobili famiglie, come i Marchionneschi, i Ridolfi e i Guerrini; la Chiesa della SS. Annunziata, sino a raggiungere la Torre della Guardiola e il Piazzale del Castello con la Chiesa di Santa Maria Assunta, in splendida posizione panoramica.

Un altro itinerario percorre la Via dei Pellegrini, l’area dell’antica Badia, l’oasi naturale attrezzata degli Scornabecchi e le fonti medievali.

Montescudaio dà il nome, dal 1977, ad un vino a Denominazione di Origine Controllata con due tipologie: rosso a base di sangiovese, trebbiano, malvasia e altre varietà; bianco a base di trebbiano, malvasia e vermentino prodotto anche come vin santo secco, semisecco o dolce.

Dal 1968 si svolge nel primo fine settimana di ottobre la Sagra del Vino.

Montescudaio fa parte delle Associazioni Nazionali Città del Vino e Città del Pane, il classico toscano cotto nel forno a legna.

Abbazia di Santa Maria Assunta

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Menzionata nel 1092 e attestata anche nel XIV secolo, nel 1416 la chiesa di Sant’Andrea in Castello ereditò il titolo del soppresso monastero femminile intitolato alla Vergine.

Fino al 1837 la chiesa di Montescudaio conservò un doppio titolo: era la pieve di Sant’Andrea e, contemporaneamente, l’abbazia di Santa Maria Assunta.

Il terremoto che nel 1846 rase al suolo la parte alta del paese distrusse anche la chiesa, ricostruita dal 1854 al 1857  e dedicata a Santa Maria Assunta.

Più ampia della precedente e con pianta a croce latina conclusa dall’abside, ha la facciata rivolta ad ovest, preceduta da un’ampia scalinata; all’interno si trovano una statua settecentesca in marmo, un dipinto raffigurante San Francesco di Paola, di autore ignoto, e una tela con l’Annunciazione, attribuita alla scuola veneziana del Seicento.